Archeosharing: le storie di tutti

Archeosharing: le storie di tutti

Una rete di partership tra archeologi per creare best practices di intagrazione, valorizzando il background culturale tra residenti italiani e stranieri

 

Il progetto

I Beni Culturali di un Paese, interpretati e narrati, sono possibili strumenti di inclusione sociale.
Si intende favorire la conoscenza e lo scambio tra i cittadini (residenti italiani e stranieri), per istituire processi di accoglienza e integrazione sociale valorizzando il background culturale di ciascuno e aiutando la definizione armonica di nuove identità, attraverso il racconto e la comunicazione partecipata della storia e dell’Heritage italiani (in particolare del periodo medievale) e quella dei paesi di provenienza.
Il progetto si fonda sulla costituzione di una rete di partership tra uno spin-off di archeologi medievisti dell’Università di Firenze – i cui membri hanno esperienza nella cooperazione internazionale in paesi quali Iraq, Giordania, Armenia – e associazioni e istituzioni che si occupano di integrazione linguistica e culturale.
I contenuti acquisiti nel campo della ricerca storico-archeologica e della sperimentazione di pratiche e obiettivi dell’Archeologia Pubblica, verranno elaborati per creare best practices di comunicazione dell’Heritage rivolte ai residenti stranieri e alla loro integrazione, attraverso letture storiche del territorio.
Perché l’Archeologia? Perché privilegia gli aspetti materiali della cultura, riducendo la distanza tra paesi con tradizioni storiografiche diversamente connotate; consente di focalizzare il discorso sulle tradizioni (utilizzo e produzione di oggetti di uso comune, non necessariamente opere d’arte) e sui fenomeni di lunga durata; permette di condurre esperienze interattive (visite, laboratori, attività ludiche, living history, sensorialità).

Perché l’Archeologia Pubblica? Si tratta di una recente disciplina che ricerca e, su base scientifica, promuove il rapporto inclusivo tra archeologia e società civile mettendo in atto pratiche per la creazione di un tessuto connettivo tra ricerca archeologica e comunità locali, regionali o nazionali. (http://www.archeopubblica2012.it/)
Perché il Medioevo? Perché rappresenta il periodo di formazione di molte delle identità culturali e nazionali a livello globale; perché gli effetti delle dinamiche storiche del Medioevo sono ancora presenti nel paesaggio italiano (popolamento, urbanizzazione, sistemi economici, vocazioni produttive); perché il discorso sulle cronologie più antiche (a scala mediterranea) si appiattisce sui caratteri (in parte imposti) romano-imperiali.
È quotidiana esperienza la crescente difficoltà di comunicazione tra cittadini italiani e nuovi residenti, con innalzamento di barriere e creazione di stereotipi alimentati dal pregiudizio. Riteniamo impellente l’esigenza di supportare una conoscenza reciproca fondata su elementi storici per aumentare l’integrazione sociale dei nuovi arrivati, grazie alla condivisione dei diversi patrimoni culturali. Le vicende personali dei singoli spesso rendono necessaria la creazione di un patrimonio culturale che parta dagli aspetti noti della storia dei paesi di provenienza, intrecciandola con quella del paese di arrivo, per riuscire a dare fondamento a una nuova storia, che sia il più possibile comune.

Il soggetto proponente

I ricercatori afferenti alla Cattedra di Archeologia Medievale dal luglio 2011 si sono costituiti in cooperativa (Laboratori Archeologici San Gallo) riconosciuta quale primo “spin-off accademico” di area umanistica dell’Università di Firenze. I soci hanno una vasta esperienza di natura scientifica e professionale nell’ambito della ricerca archeologica, della comunicazione e della gestione dei BB.CC. e sono, inoltre, attivamente coinvolti nelle attività di ricerca e didattica e operano nell’ambito di missioni archeologiche italiane (Toscana, Emilia Romagna) ed estere (Armenia, Iraq, Giordania, Corsica). Lo spin-off è nato nell’ottica di trasformare i BB.CC. da onere a risorsa e di portare la ricerca scientifica storico-archeologica oltre l’Università, verso il mondo del lavoro e un pubblico non accademico.

CheFare è un’associazione non profit. È un bando e un progetto editoriale, uno strumento per indagare le trasformazioni del presente e le strade del futuro. È uno spazio che permette ad associazioni e imprese profit e non profit di sviluppare il proprio fare, dando vita a collaborazioni diffuse e attivando network territoriali. cheFare è una piattaforma per la mappatura, la votazione e la realizzazione di progetti di innovazione culturale in Italia. Il progetto promuove la coniugazione dei valori di impresa e di sostenibilità economica con quelli della cultura.
 cheFare è un progetto dell’associazione culturale cheFare ed è co-prodotto da un network di soggetti partner: Doppiozero, Fondazione Fitzcarraldo, Avanzi, Make a Cube3, Iris Network, Liberòs, Case del Quartiere, Fondazione lettera27, Rena, LegalHub, IlSaggiatore. Media Partner: Vita, Giornale delle Fondazioni, Artribune, Gli Stati Generali. Patrocinio: Regione Puglia – Assessorato alle politiche giovanili e cittadinanza sociale – Bollenti Spiriti. Con il contributo di Fondazione Cariplo.

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